Dichiarazione congiunta del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero della Difesa della Repubblica dell’Azerbaigian
Si stanno verificando casi di intensa violazione del cessate il fuoco con uso di armi pesanti e di azioni provocatorie da parte delle Forze Armate dell'Armenia lungo la linea di contatto ed il confine tra l'Armenia e l'Azerbaigian.
Oltre alle posizioni delle Forze Armate dell'Azebaigian vengono prese di mira anche la popolazione civile che vive negli insediamenti e i beni a carettere civile, in modo intenzionale e sistematico.
È noto a tutti il caso dell'uccisione di Allahverdiyeva Sahiba, 51 anni e di sua nipote di due anni Guliyeva Zahra e il grave ferimento di Guliyeva Sarvinaz il 4 luglio nel villaggio di Alkhanli della regione Fuzuli, in conseguenza delle azioni crudeli compiute dall'Armenia - duramente condannata da parte di tutta la comunità internazionale.
In data 25 luglio da parte delle Forze Armate dell'Armenia sono stati utilizzati dei droni da combattimento e delle granate fatte in casa piene di elementi esplosivi e metallici contro le posizione delle nostre Forze Armate.
Le provocazioni dell'Armenia che si stanno intensificando nei mesi di giugno e luglio non sono circostanze ordinarie e vengono compiute in maniera intenzionale e sistematica sullo sfondo della visita dei Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell'OSCE e degli incontri mirati alla soluzione del conflitto e dei seri richiami ai colloqui sostanziali pronunciati da parte dell'Azerbaigian, dei Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell'OSCE e della comunità interazionale. Inoltre, queste azioni malvagie dell'Armenia vengono accompagnate da azioni politiche provocatorie.
Le elezioni "presidenziali" realizzate il 19 luglio nel finto "parlamento" costituito dal cosiddetto regime creato dall'Armenia nei territori occupati dell'Azerbaigian, respinte dalla comunità internazionale, ne rappresentano la più chiara prova.
Dunque, la cronologia dello sviluppo degli eventi dimostra un'altra volta che mentre l'Azerbaigian, con il sostegno della comunità internazionale, aumenta gli sforzi diretti alla soluzione del conflitto attraverso seri negoziati, l'Armenia ricorre alle provocazioni che hanno lo scopo di interrompere il processo di negoziazione, mantenere lo status quo basato sull'occupazione e aggravare intenzionalmente la situazione. Queste azioni dell'Armenia devono essere condannate da parte della comunità internazionale che lo ha sempre fatto ma deve farlo in maniera più insistente e seria. In caso contrario, L'Armenia, sicura del fatto che resterà impunita, ricorrerà a nuove provocazioni militari.
La guerra che l'Armenia conduce contro l'Azerbaigian ed il mantenimento dell'occupazione dei territori dell'Azerbaigian senza tener conto delle norme e dei principi del diritto internazionale, non solo compromettono l'integrità territoriale e la sovranità dell'Azerbaigian, ma nello stesso tempo minacciano seriamente la pace e la sicurezza nella regione.
Per porre fine al conflitto e garantire la pace e la sicurezza, il ritiro delle Forze Armate dell'Armenia dai territori occupati dell'Azerbaigian è fermamente inevitabile.
Nonostante gli sforzi della macchina propagandistica dell'Armenia, fatti inconfutabili dimostrano che è stata proprio l'Armenia e le Forze Armate dell'Armenia a compiere l'agressione contro l'Azerbaigian, a occupare i suoi territori e ad effettuare la pulizia etnica contro la sua popolazione.
Per prevenire le provocazioni dell'Armenia e per garantire la sicurezza della popolazione civile dell'Azerbaigian insediata lungo la linea di contatto delle truppe, le Forze Armate dell'Azerbaigian prendono tutte le misure necessarie e continueranno a farlo anche successivamente.
Dichiariamo ancora che la piena responsabilità per le conseguenze derivate dall'occupazione e per la provocazione contro l'Azerbaigian ricade sull'Armenia.